In Puglia tre cittadine candidate a Capitale della Cultura 2028

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In Puglia tre cittadine candidate a Capitale Italia culturale

La corsa al titolo di Capitale italiana della Cultura 2028 si fa sempre più avvincente, e la Puglia torna protagonista con tre città che hanno deciso di mettersi in gioco: Galatina, Gravina in Puglia e Vieste. Tre realtà molto diverse tra loro per storia, paesaggio e tradizioni, ma accomunate da un unico obiettivo: rappresentare la forza culturale e identitaria del Sud nel panorama nazionale.

Galatina, tra barocco e tradizioni popolari

Galatina, situata nel cuore del Salento, è una città che custodisce un patrimonio artistico e antropologico di straordinaria ricchezza. Conosciuta a livello mondiale per il tarantismo e per la celebre Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, con i suoi affreschi paragonati alla Cappella degli Scrovegni di Padova, Galatina unisce spiritualità, arte e folklore.

La candidatura si fonda sull’idea di rilanciare la città come capitale del barocco minore e delle tradizioni popolari pugliesi, con percorsi culturali legati alla danza, alla musica e alle feste religiose che ogni anno attirano migliaia di visitatori.

Gravina in Puglia, la città delle gravine e del cinema

Gravina in Puglia, in provincia di Bari, è un altro gioiello che punta al titolo di Capitale della Cultura. Il suo nome deriva dalle spettacolari gravine, canyon naturali che caratterizzano il paesaggio dell’Alta Murgia e che fanno da cornice a un centro storico di grande fascino.

Negli ultimi anni Gravina è diventata anche un set cinematografico internazionale: tra i suoi scenari è stato girato l’ultimo James Bond, “No Time to Die”. La candidatura punta proprio su questa immagine di città che unisce natura, storia e cultura contemporanea, rilanciando anche il ruolo del Ponte Acquedotto Madonna della Stella, simbolo di bellezza architettonica e identitaria.

Vieste, la perla del Gargano

Vieste, conosciuta come la “perla del Gargano”, porta in dote il suo incredibile patrimonio naturalistico e storico. Le sue spiagge, le falesie bianche e i faraglioni sono il biglietto da visita di una città che ha saputo trasformarsi in un punto di riferimento del turismo pugliese.

Ma Vieste non è solo mare: il borgo antico, con le case bianche a picco sul mare e la Cattedrale romanica, racconta una storia millenaria. La candidatura si concentra sulla capacità di Vieste di essere ponte tra cultura mediterranea, spiritualità e turismo sostenibile, mettendo in luce anche le antiche tradizioni marinare e le feste patronali.

Le altre città in corsa

Oltre alle tre pugliesi, numerose città italiane hanno presentato la propria candidatura per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2028. Tra queste ci sono realtà consolidate come Siena, Orvieto, Lecce (che nonostante la vicinanza a Galatina ha deciso di rimettersi in gioco), ma anche città meno note che vogliono emergere valorizzando il proprio patrimonio.

La competizione si preannuncia agguerrita, con progetti che spaziano dal rilancio delle aree interne alla valorizzazione di grandi poli turistici.

Perché la Puglia ci crede

La Puglia ha già mostrato negli ultimi anni una forte crescita culturale e turistica, anche grazie a eventi di risonanza internazionale come Matera Capitale Europea della Cultura 2019 (sebbene in Basilicata, ha coinvolto moltissime realtà pugliesi).

Galatina, Gravina e Vieste rappresentano tre facce diverse della stessa regione: l’arte sacra e il folklore, la natura e il cinema, il mare e le tradizioni marinare. Tre progetti che potrebbero portare la Puglia al centro della scena nazionale, con benefici enormi per l’economia, il turismo e l’immagine del territorio.

Cosa significa diventare Capitale della Cultura

Il titolo di Capitale italiana della Cultura non è solo un riconoscimento simbolico, ma un’opportunità concreta:

  • Fondi ministeriali per eventi e infrastrutture.

  • Visibilità nazionale e internazionale con ricadute turistiche.

  • Rilancio dell’identità locale, con un forte impatto sulle comunità.

Ogni città pugliese candidata ha elaborato un progetto che punta a unire innovazione e tradizione, con l’obiettivo di far crescere il territorio e coinvolgere cittadini, artisti e istituzioni.

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