In Puglia torna a vivere un’antica pasticceria del convento dove furono create le “tette delle monache”

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Apulia

Un tesoro di dolcezza che torna a vivere ad Altamura

In Puglia, cuore di tradizioni e sapori, ha riaperto una delle attività più antiche e affascinanti del territorio: la pasticceria del Monastero di Santa Chiara ad Altamura, luogo in cui sono nate le celebri “tette delle monache”. Non si tratta di una semplice riapertura, ma di un vero e proprio ritorno della memoria collettiva, un viaggio nel tempo che permette di riscoprire un pezzo autentico di cultura gastronomica. La città, già famosa per il suo pane DOP cotto nei forni a legna, custodisce anche un patrimonio dolciario che affonda le radici in oltre quattro secoli di storia.

La storia delle clarisse e delle loro creazioni dolciarie

Il Monastero di Santa Chiara ad Altamura, attivo sin dalla fine del Cinquecento, è stato per secoli il custode di un sapere dolciario tramandato di generazione in generazione dalle Clarisse. Queste monache, con semplicità e dedizione, trasformavano ingredienti poveri ma preziosi – come le mandorle, lo zucchero e le uova – in autentiche delizie capaci di conquistare l’intera comunità. Con l’arte della pazienza e della precisione, le religiose hanno dato vita a dolci che non erano soltanto cibo, ma veri simboli di ospitalità e spiritualità.

L’origine delle celebri “tette delle monache”

Tra tutte le ricette nate dietro le mura del convento, nessuna ha avuto la stessa fortuna delle “tette delle monache”, soffici dolci dalla forma particolare e inconfondibile. Il loro nome curioso suscita sempre un sorriso, ma dietro si nasconde un’origine antica e suggestiva. Secondo la tradizione, le monache inventarono questo dolce come gesto di affetto e ironia, creando una soffice pasta spolverata di zucchero a velo che custodisce al suo interno una crema leggera e avvolgente. Ancora oggi, il primo morso riporta indietro nel tempo, facendo rivivere i profumi e le emozioni di un’epoca lontana.

Una tradizione che si intreccia con la città

Ad Altamura, città situata nell’Alta Murgia a pochi chilometri da Bari, la tradizione del pane e quella dei dolci conventuali si intrecciano da secoli. Passeggiando tra le vie del centro storico si percepisce come il cibo sia parte integrante dell’identità locale. Non solo le imponenti pagnotte altamurane rendono celebre il territorio, ma anche queste raffinate creazioni dolciarie nate nel convento. La riapertura della pasticceria rappresenta un simbolo forte: significa custodire un’eredità che rischiava di perdersi, riportando in vita non solo un’attività, ma un luogo di memoria e condivisione.

Il ritorno del profumo di un tempo

Dallo scorso 10 agosto, le vie attorno al monastero sono tornate a riempirsi di un profumo unico: quello dei dolci delle Clarisse. Un’aroma che non è soltanto il richiamo di una leccornia, ma un ponte tra passato e presente. Chi entra nella pasticceria del convento oggi non acquista soltanto un dolce, ma partecipa a una storia che ha attraversato generazioni, guerre, carestie e cambiamenti sociali. È come se ogni “tetta delle monache” racchiudesse in sé la forza della resilienza e la capacità di mantenere viva la tradizione.

Dolci conventuali: tra sacro e profano

Uno degli aspetti più affascinanti di questa tradizione è il legame tra il sacro e il profano. Da una parte, la vita monastica, fatta di silenzio, preghiera e dedizione, dall’altra la gioia del gusto, che con questi dolci supera le mura del convento e raggiunge la comunità intera. È proprio in questo contrasto che nasce la magia: le Clarisse hanno saputo trasformare la loro creatività in un linguaggio universale, quello della dolcezza condivisa.

Una curiosità che affascina i turisti

Oggi la riapertura della pasticceria, in Via Santa Chiara 7, 70022 Altamura, non è solo un fatto locale, ma un evento che incuriosisce e attira turisti e appassionati di enogastronomia. Molti visitatori giungono ad Altamura non soltanto per il pane, ma anche per assaggiare questi dolci unici. Le “tette delle monache” sono diventate un vero simbolo identitario, capace di raccontare una storia fatta di donne, di conventi, di ingredienti semplici che si trasformano in capolavori. Non a caso, sono spesso incluse nei percorsi di turismo esperienziale che valorizzano le eccellenze pugliesi.

Le mandorle, regine della tradizione pugliese

Non si può parlare delle “tette delle monache” senza citare l’ingrediente che rende speciali molti dolci pugliesi: le mandorle. In Puglia, questo frutto è da sempre protagonista di preparazioni legate alle feste, ai matrimoni e alle ricorrenze religiose. Le Clarisse lo utilizzavano non solo per arricchire i dolci di sapore e consistenza, ma anche perché simbolo di fertilità e prosperità. Ancora oggi, il loro utilizzo testimonia l’importanza di mantenere un filo diretto con le origini.

Un futuro che guarda al passato

La rinascita della pasticceria del Monastero di Santa Chiara non è soltanto un recupero del passato, ma anche una sfida per il futuro. In un’epoca in cui la produzione industriale domina, il ritorno a metodi artigianali e a ricette secolari diventa un gesto di resistenza culturale. È la dimostrazione che la modernità può convivere con la storia, che le radici profonde possono ancora alimentare la creatività contemporanea.

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