Discarica di rifiuti pericolosi scoperta nelle campagne di Ceglie del Campo

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Apulia

Nelle campagne di Ceglie del Campo, quartiere alla periferia di Bari, è stata individuata una vera e propria discarica abusiva di rifiuti pericolosi, lasciati in stato di abbandono e deterioramento. La scoperta, avvenuta a fine settembre, ha riportato l’attenzione su un problema che da tempo affligge le aree di Ceglie e Carbonara: il degrado ambientale e i roghi illegali come metodo di smaltimento.

Il sequestro preventivo dei carabinieri di Bari

Lo scorso 26 settembre, i carabinieri di Bari hanno effettuato il sequestro preventivo dell’area, ponendo così fine – almeno temporaneamente – a un’attività che stava trasformando un’area agricola in un luogo compromesso dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Il provvedimento si è reso necessario per fermare il dilagare di una pratica pericolosa, che non solo contamina i suoli, ma mette a rischio la salute dei cittadini.

I rifiuti abbandonati e i roghi pericolosi

I rifiuti erano stati incendiati ai fini dello smaltimento, una pratica purtroppo diffusa che causa conseguenze gravi: sprigionamento di fumi tossici, contaminazione dell’aria e residui chimici che penetrano nel terreno. L’odore acre dei roghi viene spesso percepito dai residenti, che lamentano da anni un peggioramento della qualità della vita. Una situazione che rende evidente quanto il fenomeno dei rifiuti bruciati non sia soltanto un problema di ambiente, ma anche di salute pubblica.

Il degrado dei luoghi e l’allarme sociale

Le campagne della zona, un tempo dedicate all’agricoltura e al verde, sono ormai segnate dal degrado. Cumuli di immondizia, carcasse di vecchi elettrodomestici, scarti industriali e rifiuti plastici abbandonati danno vita a scenari desolanti, lontani dall’immagine di una periferia vivibile. Questo quadro di abbandono alimenta anche un senso di insicurezza sociale, con i cittadini che vedono nel degrado ambientale un riflesso di disattenzione e mancanza di controlli.

Una piaga che colpisce Ceglie e Carbonara

Il problema non riguarda soltanto la singola area sequestrata, ma si inserisce in un fenomeno più ampio che interessa tutta la periferia sud di Bari. In particolare, i quartieri di Ceglie del Campo e Carbonara convivono da anni con discariche abusive, fumi tossici e campi inquinati da sostanze nocive. Una situazione che, se non affrontata con decisione, rischia di compromettere in modo irreversibile non solo l’ambiente, ma anche il tessuto sociale ed economico della zona.

L’intervento delle autorità e i prossimi passi

Il sequestro dell’area rappresenta un primo passo, ma il lavoro delle autorità non si ferma qui. È necessario avviare le operazioni di bonifica dei terreni, smaltire correttamente i rifiuti pericolosi e restituire dignità a uno spazio che, se recuperato, potrebbe tornare a essere una risorsa per il quartiere. Inoltre, è fondamentale potenziare la rete dei controlli, per impedire che altre aree agricole diventino bersaglio di pratiche illegali.

Il rischio ambientale e sanitario

La combustione di rifiuti pericolosi libera sostanze altamente tossiche come diossine e polveri sottili, che si diffondono nell’aria e restano a lungo nell’ambiente. Queste emissioni non hanno effetti solo immediati, ma possono causare nel tempo patologie croniche e danni alla fertilità dei suoli. Il rischio, quindi, non è soltanto ambientale: si tratta di un vero e proprio allarme sanitario, che richiede attenzione da parte delle istituzioni e consapevolezza da parte dei cittadini.

La memoria storica del territorio

Non va dimenticato che Ceglie e le sue campagne rappresentano una parte storica e identitaria della città di Bari. Luoghi un tempo ricchi di masserie, uliveti e coltivazioni oggi rischiano di essere ricordati per l’immondizia e i roghi. Questo impoverisce non solo il paesaggio, ma anche la memoria culturale di una comunità che, per secoli, ha fatto dell’agricoltura e del contatto con la natura un punto di forza.

I cittadini tra indignazione e voglia di riscatto

Le segnalazioni dei cittadini sono state fondamentali per portare all’attenzione il problema. Gli abitanti della zona, stanchi di convivere con fumi tossici e scenari di degrado, chiedono un riscatto sociale. La voglia di recuperare il territorio e di difendere la salute delle famiglie è forte, e proprio da questa pressione civile può nascere un cambiamento reale, sostenuto dalle istituzioni.

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